Ursula Von der Leyen e l’onestà intellettuale di dire: “Abbiamo sbagliato”


“L’Unione Europea è pronta a sostenere la sospensione dei brevetti vaccinali”. Così si è espressa Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione 2021. Il suo è un allinearsi a quanto ha pronunciato 24 ore prima il presidente degli Stati Uniti d’America Biden, il quale ha ufficializzato l’impegno del suo Paese, per una sospensione temporanea dei brevetti in nome dell’universalità dell’emergenza. “L’Italia aveva ragione, dovevamo intervenire” dice la presidente della Commissione Europea, ammettendo ingiustificati ritardi a quanto il nostro Governo Draghi aveva sostenuto con la massima urgenza. Ma c’è un altro concetto di base che abbiamo fatto notare fin dal primo momento in cui l’attuale presidente Ursula Von der Leyen si è insediata nella più alta carica della Commissione Europea, ed è questa nuova aria di umanizzazione nell’intendere la politica europea più giusta, più equa alle esigenze e ai bisogni dei popoli europei. Un intendere che comincia proprio da questa pandemia che è abile nel disseminare gravi problemi sanitari, sociali ed economici, ma può trasformarsi nell’opportunità di radicali cambiamenti di vera unione e non di fantomatiche ipocrisie politiche, in cui l’apparenza di essere uniti opacizza in modo netto l’essenza primaria del significato di Unione Europea. Troppi sono gli interessi personali dei Paesi Europei che sono da sempre in prima fila per ricchezza economica a discapito dei meno abbienti. Ed è insopportabile l’idea che proprio in questi anni di pandemia da Covid 19, si debba pensare a una diversificazione di forniture di vaccini in conformità a chi ha più ricchezza economica. Tuttavia, anche se le case farmaceutiche sono contrarie alla sospensione temporanea dei brevetti vaccinali, perché dicono: “Il nostro obiettivo è di garantire che i vaccini Covid-19 siano rapidamente ed equamente condivisi in tutto il mondo. Ma, come abbiamo costantemente affermato, una rinuncia è la risposta semplice ma sbagliata a ciò che è un problema complesso. La rinuncia ai brevetti dei vaccini Covid-19 non aumenterà la produzione né fornirà soluzioni pratiche necessarie per combattere questa crisi sanitaria globale. Il sistema internazionale di proprietà intellettuale ha dato alle aziende la fiducia per impegnarsi in più di 200 accordi di trasferimento tecnologico per espandere la consegna dei vaccini Covid-19 sulla base di partnership senza precedenti tra i produttori di vaccini industrializzati e dei paesi in via di sviluppo. L’unico modo per garantire un rapido aumento e un equo accesso ai vaccini a tutti coloro che ne hanno bisogno, rimane un dialogo pragmatico e costruttivo con il settore privato” – noi riteniamo invece che dietro queste frasi di comodo ci siano troppi interessi privati che non possono andare incontro alle vere esigenze dell’umanità intera. Dunque, si metta in atto l’accelerazione nella produzione dei vaccini con maggiore equità nella distribuzione con una prospettiva concreta. Così dice Ursula Von der Leyen nel suo discorso davanti alla Commissione Europea:  “Mi ricordo bene l’inizio della pandemia e l’appello dell’Italia all’Europa, quando gli italiani chiesero la solidarietà e il coordinamento dell’Europa. L’Italia aveva ragione. L’Europa doveva intervenire. E questo è quello che abbiamo fatto”. Già, questo è il modello dell’Europa che ci piace per onestà intellettuale. Questa è la vera essenza democratica dell’Unione dei Paesi Europei.

Salvino Cavallaro

Articoli simili